Racconto tratto da "I ragazzi che si amano" di Jacques Prévert
Il
sole è ormai calato, le luci dei lampioni si fanno sempre più intense ma la
gente continua ad affollare gli Champs-Élysées. È un fiume di persone con
molteplici direzioni: chi si avvia verso casa, chi sta per raggiungere un
negozio, chi ha un appuntamento in qualche caffè, chi sta per attaccare un
nuovo turno di lavoro. Io me ne sto tornando tranquillamente a casa, incurante
della frenesia che si è impossessata di tutta questa gente: manca poco
all’orario di cena ma non devo percorrere molta strada. Posso benissimo
prendermela comoda e godermi le luci delle vetrine dei negozi. Con le mani
nelle tasche dei miei jeans procedo ostentando una certa spavalderia…
È
tutta scena! È tutta una finzione! Chiunque potrebbe leggere nel mio volto sicurezza
e decisione, ma non sa cosa c’è dietro, non sa cosa c’è dentro di me. Covo
rabbia e rancore e non mi va di darlo a vedere. Lo ritengo una debolezza, un
mio fallimento, sono orgoglioso e non posso accettarlo. Ti starai chiedendo
cosa mai mi sia capitato? Qualcuno lo riterrebbe una cosa normale, naturale e
frequente e (ciò mi conforta un po’) con questo sono d’accordo, eppure non lo
accetto, non su di me.
In
poche parole sono stato rifiutato da una ragazza. Stai ridendo? Ringrazia che
io non possa vederti! Non dirmi che a te non è mai successo, non ci crederei!
Sono andato a colpo sicuro ma la mia cecità e la mia avventatezza mi sono
costate care. Quando lei mi ha guardato con un imbarazzato sorriso sulle labbra
e mi ha detto che, con me, non intendeva andare oltre, il mondo mi è caduto
addosso. Lei era lusingata dai miei sentimenti e mi ringraziava di questo,
tuttavia dovevo convincermi che tra me e lei non potesse esserci più di un
rapporto di amicizia.
Dove
ho sbagliato? Non ho usato le parole giuste nello svuotarmi di tutto ciò che
avevo dentro? Ho accelerato troppo i tempi? Avrei dovuto farmi conoscere di più
e meglio? Avrei dovuto aspettare qualche segnale più concreto da parte sua? I
sentimenti rendono ciechi e impediscono di distinguere i segnali d’amicizia da
quelli dell’amore. Ho interpretato male i comportamenti di lei e quelle che
credevo essere attenzioni nei miei confronti: erano solo il suo modo di essere
e ciò è, al tempo stesso, una benedizione e una maledizione per me. Non potevo
non innamorarmi di una donna così profonda ma quella stessa sensibilità, che
tanto mi ha colpito, mi ha reso soltanto cieco e incapace di capire che non
potevo essere più di un amico per lei.
Ed
eccoli lì, due ragazzi che si baciano incuranti di tutti noi che passiamo.
Quanto vi invidio! Anzi, ad essere precisi, provo un odio viscerale nei vostri
confronti! La vostra impudenza, la vostra sfacciataggine, il vostro menefreghismo
e la vostra tranquillità mi irritano profondamente. Non vi conosco ma sarei
quasi tentato di venirvi a dividere: so che ignorate i miei travagli ma mi
state offendendo! State mancando di rispetto al mio dolore! Come è facile
appoggiarsi a un muro e scambiarsi effusioni non curandosi affatto di quello
che vi sta intorno, ah? Magari pensate di infondere in qualcuno un sentimento
di tenerezza e ammirazione, vero? “Come sono innamorati quei ragazzi!” staranno
pensando. E a voi questa cosa vi inorgoglisce, eh? Siete degli arroganti
esibizionisti, ecco cosa siete! Vi ricorderete anche voi di qualche rifiuto
ricevuto in passato o no? O l’avete sempre fatta franca in amore? Non posso
crederci… Non voglio crederci!
So
che non sto facendo un bell’effetto su di te, so che non è una belle figura e
che sembro molto simile a un bambinetto frignone ma sarei bugiardo se non
dicessi tutte queste cose. Qualcuno ha scritto una poesia dal titolo I ragazzi che si amano: se vi scattassi
una foto, sareste azzeccati per rappresentare quella poesia così sdolcinata che
fa trasformare in cuoricini gli occhi delle ragazze che se la vedono dedicata
dai loro fidanzati. “I ragazzi che si amano non ci sono per nessuno”… ah e si
vede! Sono solo degli esibizionisti! Li odio tutti!!!!
"E ancora un altro entusiasmo ti farà pulsare il cuore..." Dice Battiato. Coraggio! Morto un papa se ne fa un altro.
RispondiEliminaGuardare e andare oltre, sempre!
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