venerdì 26 agosto 2016

*** EMILIA CLARKE: da Madre dei draghi a ragazza eccentrica in IO PRIMA DI TE. Una recensione del film ***

Se qualcuno ha ancora dei dubbi sulla bravura di Emlia Clarke, nota in tutto il mondo per la sua interpretazione di Daenarys Targaryen in Game of Thrones, potrà ricredersi con la visione di Io prima di te (regia di Thea Sharrock), nelle sale italiane dal 1 settembre.

Emilia Clarke nel ruolo di Daenerys Targaryen in Game of Thrones


Guardando il trailer del film, tratto dall'omonimo libro di Jojo Moyes, si potrebbe pensare di essere di fronte alla solita pellicola strappalacrime del ricco stronzo playboy sventurato che incontra la poveraccia di turno che, con la sua purezza, riuscirà a fargli dimenticare i tormenti della paraplegia dando un nuovo senso della vita in nome dell'amore. E tutti vissero felici e contenti...

Non è assolutamente così! Il ricco William Traynor (interpretato da Sam Clafin, di cui ricordiamo un ruolo in Hunger Games) non è, poi, così stronzo e così playboy. Non si tratta semplicemente di una persona che si piange addosso maledicendo le fortune altrui. La sofferenza di questo personaggio è molto più profonda: una buona dose di orgoglio porta lo spettatore a dargli ragione, anche se non ne approverebbe tutte le idee.

Tornando a Emilia Clarke, dimentichiamoci la fiera "Madre dei Draghi" decisa a riportare i Targaryen sul Trono di Spade! Louisa Clark (le coincidenze: i cognomi di attrice e personaggio sono omofoni!) è una semplice ragazza di provincia, una chiacchierona legata alla famiglia, che lavora per la sua famiglia, che non ha mai messo il naso fuori dal suo villaggio addormentato, a cui va bene questa vita perché una vita divesa non sarebbe neanche immaginabile. Una ragazza eccentrica (che fine ha fatto il portamento della regina Daenarys?!), che veste abiti e calzature stravaganti, per non parlare delle acconciature! Una donna, insomma, che se la incontri per strada, la eviti, se la conosci, non la molli più! Da sottolineare che, abbandonati i vestiti da regina, balza subito all'occhio la bassa statura della Clarke (soprattutto quando incontra Charles Dance: ebbene sì, ciò che non è accaduto in Game of Thrones, accade in Io prima di te, il vecchio Tywin Lannister incontra Daenarys, la regina giunge a Westeros prima della settima stagione!!!).

Emilia Clarke in una scena tratta da Io prima di te


Il film, lo si capisce bene già dal trailer, ha una trama prevedibile (non gridate allo spoiler se leggete che i due finireanno per piacersi l'un l'altra!), ma, come anticipato, vi sono degli elementi imprevisti: in fin dei conti, se tutto viene mostrato nel trailer, che senso avrebbe andare in sala?

Si trova, quindi, spazio per riflettere su tematiche come quella dell'eutanasia: accettare la paralisi con tutte le conseguenze che ne comporta o rinunciare a vivere? Interessanti sono le opinioni dei personaggi sull'argomento, e non sfugge il crocifisso appeso al collo della madre della protagonista quando esprime la sua opinione sull'argomento. Insomma, non ci vuole molto per passare dalla favola di Cenerentola ai toni tristi di Million Dollar Baby (di Clint Eastwood). Di certo, quest'ultimo film si pone a un livello completamente diverso: il paragone forse è azzardato, ma non si può non pensare a un colosso del cinema quando si trattono determinate tematiche.

Lo spettatore ha modo, dunque, di riflettere non tanto sulla tematica dell'amore e dell'arrivo dell'anima gemella, quanto, piuttosto, sui "limiti": da una parte c'è chi, da un momento all'altro nella propria vita, si vede imposti dei limiti; dall'altra c'è chi ha sempre avuto quei limiti e mai ha desiderato andare oltre. Chi ha corso a 300 km/h si ritrova a frenare di colpo e a tirare il freno a mano, chi non si è curato mai di andare più veloce deve ponderare se sia giunto il momento di spiccare il volo e abbandonare la propria casetta di provincia. Quanto possiamo e vogliamo correre nella nostra vita? Fin dove possiamo arrivare?

Il film è dunque fortemente consigliato, a patto che ci si porti dei fazzolettini in sala: a un certo punto sarà un collettivo tirare su col naso!!! Al di là della trama, sicuramente rimarrà impressa nella mente dello spettatore la miriade di espressioni facciali di Emilia Clarke, che non possono non far sorridere. Dal set di Game of Thrones a quello di Io prima di te, l'attrice britannica ha dato prova delle sue capacità: cavalcare un drago non è da tutti, indossare delle calze a strisce gialle e nere e diventare una sorta di ape umana è da eroi!


mercoledì 3 agosto 2016

*** RACCONTO N. 24: LA FINE ***



Racconto tratto dalla poesia "Giunto è già 'l corso della vita mia" di Michelangelo Buonarroti (Dipinto "Giudizio Universale", Cappella Sistina, Vaticano)


Posso percepire il tempo scorrere inesorabile e avverto che ormai la mia vita sta giungendo al termine della sua corsa: il filo della mia vita sta per essere spezzato ed io, dopo aver percorso il mio cammino, mi avvio verso la Morte che attende ogni mortale.

Come un marinaio, ho solcato molte acque: acque calme e pacifiche, limpide che splendevano alla luce del sole, ma anche acque torbide e burrascose, agitate da venti impetuosi che scuotevano la fragile barca sulla quale viaggiavo… eppure alla fine del mio viaggio ancora non so cosa troverò!
Ora che la meta è ormai vicina, non so a cosa sto andando incontro e sento che la mia imbarcazione, logorata dalle intemperie e dagli anni, sta per solcare mari coperti di fitta nebbia che nulla lascia trasparire e, trasportato da un’ineluttabile corrente, sto per approdare all’ignoto.

Corpo e anima stanno per abbandonare questa vita… eppure non la morte del corpo, misero, vecchio e caduco, è ciò che maggiormente tormenta la mia mente, quanto invece la sorte della mia triste anima!

Cosa succederà a questa infelice quando dovrà incontrare il giudizio divino e a Lui dovrò rendere conto di ogni mia azione malvagia o buona?

La mia vita è stata riempita dall’Arte, essa mi ha colmato di una grande gioia nel fiore dei miei anni, in essa proiettavo tutto me stesso, in ogni mia sensazione, soprattutto quando si trattava di estrarre l’opera dalla dura pietra.

L’Arte ha governato la mia vita, ne è diventata padrona, l’ho adorata e glorificata come una dea; eppure, al termine dei miei giorni, mi chiedo se questo atteggiamento non mi abbia danneggiato, se tutti quei dolci pensieri non fossero vani, nonostante il grande gaudio che essi infondevano dentro di me.

Purtroppo neanche l’Arte mi ha dato risposte, non ha diradato la foschia dell’incertezza verso la quale mi avvio. Sospinto dalla corrente, non posso far altro che procedere verso un fato incerto: niente mi ha potuto salvare  dall’atroce sofferenza del dubbio.


Alla fine, quindi, non mi resta che volgermi avanti verso questo mare di nebbia con la mia imbarcazione per abbracciare la fine, con tutte le paure e le conseguenze che ne possono derivare. L’unico pensiero che offre consolazione al mio animo tormentato è la misericordia divina per la quale Dio, con le braccia aperte sulla croce, abbracciò ognuno di noi, rimettendo i nostri peccati: a Lui affido il mio spirito e innalzo questa preghiera affinché possa concedermi la pace che duramente e instancabilmente ho ricercato per tutta la mia vita.