giovedì 22 ottobre 2015

*** RACCONTO N. 16: L'APE ***

Tratto dalla poesia "Un'ape esser vorrei" di Torquato Tasso



Da qualche tempo una donna ha acquisito un diritto sul mio cuore e sulla mia stessa vita che nessun’altra ha mai avuto prima e, probabilmente, neanche io posseggo. È buffo e anche poco virile doverlo ammettere ma questa è la situazione in cui verso da settimane. Se lei volesse, potrebbe venire da me in qualunque momento, persino nel cuore della notte, e reclamare ciò che le spetta, ciò che inconsapevolmente e silenziosamente le ho voluto donare. Magari accadesse! Ma le speranze sono ormai ridotte al minimo a voler essere ottimisti!

Questa donna, infatti, mi appare tanto bella e dolce quanto crudele e senza scrupoli. Credo di non esser il primo a dire una cosa del genere… le pagine son piene ormai di queste parole: una maledizione per noi poeti! Comunque sia… i miei occhi si sono posati desiderosi sul suo corpo ma i suoi si sono voltati dalla parte opposta. Ho tentato di  rivolgerle qualche parola gentile ma la sua bocca ha emesso soltanto suoni freddi e brevi. Possiede una certa eleganza e un nobile portamento e ciò la rende ancora più incantevole e temibile. Con una donna del genere, l’uomo che avesse la fortuna di starle al fianco, le sarebbe sicuramente sottomesso. Ma a me è negato persino di accostarmici…

Non so cosa bisognerebbe fare per conquistare il tuo cuore. Non so di fronte a cosa capitoleresti. Non so se esista un uomo che possa tener testa alla tua inflessibilità. Certamente, quest’uomo non sono io… non ho la forza per sostenere il tuo sguardo profondo e imperioso, non sarei in grado di replicare alla tua parola ferma, sicura e, comunque, dolce. Sono troppo debole… potrei, però, riuscire a sfidarti se fossi qualcun altro, qualcos’altro… dovrei essere un’ape. Così piccola e quasi invisibile ti colpirei in una maniera non tanto diversa dalla tua: non mi scagli anche tu dolorosi  colpi invisibili?
Se fossi un’ape, ti seguirei per tutta la giornata ronzandoti attorno. Avrei la fortuna di vederti costantemente e di navigare lungo la scia del tuo profumo. Poi ti conoscerei meglio! Avrai anche tu dei punti deboli e delle fragilità su cui potrei focalizzare la mia strategia! Inoltre, seguendoti sempre e dappertutto, anche nei momenti più intimi della giornata non saresti mai da sola e ciò andrebbe tutto a mio vantaggio. Finalmente ammirerei ciò che si nasconde sotto quelle lunghe e ampollose vesti e, anche se non potrò averti, già solo questo sarà una piccola vittoria per me!

Forse questo è l’unico modo per averla vinta su di te. Me ne andrei, poi, prima che tu possa accorgerti o infastidirti per la mia presenza ma dopo aver lasciato un mio segno sul tuo corpo. Pensavi per caso che ti avrei lasciata andare senza averti sfiorata minimamente?! Affonderò il mio pungiglione sul tuo bianco seno… una piccola ferita ma fastidiosa  che non potrà certo eguagliare le ferite che mi porto dentro ma, sicuramente, mi allieterà perché avrà il sapore della vendetta!


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