domenica 4 ottobre 2015

*** RACCONTO N. 15: FRANCESCO, LODE AL SIGNORE ***


Racconto tratto dal "Cantico delle Creature" di San Francesco d'Assisi (1181-1226). Il dipinto è "Stimmate di san Francesco", di Gentile da Fabriano (1370-1427). L'immagine sottostante è di Giotto (1267-1337): l'affresco, realizzato nella Basilica superiore di Assisi, rappresenta la predica di san Francesco agli uccelli.


Un’altra giornata si è conclusa e, sebbene io stia in questo luogo da molti giorni, giurerei di non conoscerne ancora i particolari. Mi basta spostare lo sguardo di qua o di là per cogliere un dettaglio che mi è sfuggito: a seconda della provenienza della luce questi alberi e queste rocce appaiono diversi e sembrano comunicare qualcosa di diverso. E così mi fermo a contemplare lo spettacolo che mi circonda… per svariati minuti mi dimentico di fratello Leone e del dolore che affligge le mie mani… resto ipnotizzato da questo incanto e lascio che la natura mi parli…

E io sono tutto orecchi… le foglie vibrano, i rami ondeggiano, il fiume in lontananza rumoreggia, talvolta una volpe o una lepre esce di corsa da un cespuglio e mi concede l’onore di avvicinarmi, gli uccellini cinguettano festosi nell’aria, i fiori brillano con i loro colori, la terra emana i suoi odori piacevoli e profondi… allora lo capisco… capisco che tale bellezza è il preannuncio di qualcosa di più grande… capisco che, in questa vita, posso pregustare quello che sarà il Paradiso… allora cado sulle ginocchia commosso e ringrazio Dio per quello che ha fatto per noi… la mia preghiera, per quanto nasca da un cuore umile e sia pronunciata da una lingua che non troverà mai le parole giuste, ha l’impudenza di porsi a rappresentanza dell’umanità tutta.

Ringrazio Dio per tutto quello che ci ha dato: il sole, la luna, le stelle, il vento, l’acqua, il fuoco… sono nostri fratelli, non ci sono estranei perché noi viviamo con e grazie a loro… ci hanno accolti, ci accolgono ogni giorno: come potremmo non riconoscere tutto ciò che fanno per noi? Da loro traiamo il nostro sostentamento ma, soprattutto, essi partecipano alla bellezza della Creazione. Dio, cosa hai fatto? Dio, quanto ci ami? Dio, quanto non ti amiamo? Ci hai fatti liberi e ci hai donato questa meraviglia. Tensioni, gelosie, rancori e litigi spesso ci fanno dimenticare, ci fanno chiudere gli occhi… ma basta fermarsi un attimo e guardarsi attorno: il trionfo della bellezza! Io ne sono estasiato e, finché avrò respiro, canterò la mia lode a Te, Signore!

Ti ringrazio, dunque, anche per queste sofferenze che mi onorano e m’imbarazzano perché non sono degno di condividere il Tuo supplizio. Ma so che questo dolore eleva il mio spirito perché non c’è grandezza senza dolore, vittoria senza sacrificio. E so bene che quanti sopportano e patiscano con fede, da Te riceveranno una corona di luce lassù…


Ti ringrazio anche per la stessa morte che ho imparato a non temere grazie a Te. San Paolo ha detto che «L’ultimo nemico che sarà sconfitto sarà la morte» (1 Cor 15, 26): il Tuo sacrificio, infatti, ci ha tolto anche questa paura, la Tua Passione ci ha donato la speranza nella Resurrezione. Per questo non ho paura di morire e cercherò di affrontare il mio congedo da questo mondo con il sorriso di chi si appresta a incontrare il Padre che tanto ha dato ai suoi figli. Morirò felice perché Ti incontrerò, finalmente Ti vedrò. Morirò felice perché, colmo del Tuo amore, saprò amare ancora di più. Colmo del Tuo amore, gusterò una gioia eterna. Seguendo il Tuo esempio, ho avuto tanto da questa vita e altro non desidero che far fruttare questo piccolo tesoro nella Gerusalemme Celeste: infatti «per me il vivere è Cristo e il morire è un guadagno» (Fil. 1, 21).


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