Tratto da un componimento della poetessa Saffo (frr. 31-130 Voigt)
Il dipinto è "Saffo e Alceo a Mitilene" (Lawrence Alma-Tadema)
Questa
notte il mio giaciglio mi è estremamente fastidioso, un pensiero fisso tormenta
la mia mente, ho la guerra nel cuore e alterno sentimenti di amore e di odio.
Sento, dentro di me, che potrei amare al pari di Afrodite e, allo stesso tempo,
fare la guerra come se fossi Ares in persona… non a caso i due sono stati
amanti. Resto esterrefatta di fronte all’ambivalenza della mia anima… un
sentimento così positivo come l’amore si mescola con l’odio più profondo, la
volontà di torturare come io stessa lo sono da te, ignobile essere, ladro, tu
che mi hai spodestato, tu che mi hai negato il posto che gli dei mi avevano
riservato!
Ho
creduto di poter avere al mio fianco la bella Ariadne ma è stata un’illusione…
invano l’ho desiderata, invano ho sperato! E mi sono soltanto illusa quando mi
sorrideva, quando mi parlava cordialmente, quando mi chiedeva consiglio su
abiti e balli, quando mi raggiungeva da sola nella mia camera per apprendere
l’arte della poesia. Credevo di poter essere più che un mentore o una madre o
una sorella maggiore, credevo di poter essere un’amante… ma, se il tempo ha
fatto sì che i semi dell’amore pian piano venissero assorbiti e germogliassero
dentro di me, tale processo non è avvenuto in te, mia Ariadne.
Mi
sono illusa di poter rivendicare su di te un vero e proprio diritto di
proprietà e, se anche tu non fossi stata mia e io avessi pensato che tu non
fossi di nessuno, in realtà eri già di qualcun altro. Non c’è cosa peggiore
dell’illusione… per più notti mi sono addormentata su questo giaciglio con il
sorriso, ho chiuso gli occhi con la tranquillità di chi ha seminato e attende,
sicuro, i frutti. Quelle volte, nel sonno, facevo soltanto sogni gioiosi e tu
eri al mio fianco, Ariadne. Ingenua come una bambina, sono caduta nella
trappola d’amore…
Dipinto pomepiano ritraente la poetessa
Continuavo
a esser sola ma il pensiero di una (certa) vittoria mi allietava finché non vi
ho viste oggi… o Eros, dolceamaro tremendo demone! La mia Ariadne era in
compagnia di un’altra ragazza, Berenice, più giovane di lei. In quel momento ho
visto l’usurpatrice diventare Ariadne e Ariadne diventare Saffo… e io cos’ero?
Un ammasso di gelosia e invidia nei confronti di una delle ultime arrivate al
tiaso… lei, che credo non sappia nemmeno cosa significhi “fare l’amore”, era
alla destra di Ariadne, lì dove credevo spettasse a me stare.
Ho
provato invidia per Berenice, la provo tuttora. Lei è stata benedetta dagli
dei… non so se abbia scelto o sia stata scelta da Ariadne, eppure era lì! Sei
stata fortunata, Berenice! E tu, Ariadne, ingenuamente, ogni tanto, alzavi lo
sguardo verso di me e sorridevi… ti accorgevi di me… ma il tuo sorriso non
aveva nulla di quello che io, se fossi riuscita a trattenere la rabbia, ti
avrei rivolto in risposta. E, così, ho fatto solo un cenno del capo mentre,
dentro di me, c’era la guerra… le altre ragazze cercavano di parlarmi ma
rispondevo solo a monosillabi… se rispondevo, non le guardavo in faccia perché,
in quel momento, il mio sguardo era rivolto solo in una direzione… credo di non
averle sentite neanche parlare perché le mie orecchie cercavano di captare
altre parole… e la rabbia cresceva dentro di me e, ancora, attende di essere
sfogata.
Eppure
continuo ad amarti, Ariadne. Amo te e odio Berenice! Al solo pensiero, mi sento
morire e, se mi domando cosa ne sarà di me, come riuscirò a convivere con
questi due sentimenti così distanti tra di loro, non riesco a trovar risposta…
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